Alte filme:

 

Proba de microfon


Ziarul: Il Messaggero Autor: PEP Data: 1983-08-17

Rassegne. Da oggi a Roma la «Settimana del film rumeno»

Ballţest senza divi

Tra le cinematografie dei-TEst quella romena č senzţaltro la meno conosciuta in Italia, Eppure in Romania si producono piů o meno tanti film quanti so Ungheria e in Polonia: Tanno scorso, ad esempio, ne sono stati realizzati trentadue. Una produzione abbastanza cospicua, quindi, e assai diversificata, per temi e tendenze, che si impernia sia su film spettacolari, di grosso richiamo popolare, sia su opere dţautore. Natural-ţ mente queste due tendenze principali convivono e si intersecano, giacché anche il cinema dţautore non esita ad esprimersi attraverso generi codificali, come pure quello, piů marcatamente commerciale* non rinuncia alia meditazione e alla problematica sociale.
Per colmare questo vuoto di informazione, il ministero degli Affari Esteri, lţambasciata Romania, il ministero del Turismo e dello Spettacolo e altri enti quali TAgis, lţAnica, la Rai eccetera, hanno organizzato una «Settimana del cinema romeno» che inizia oggi a Roma (con conclusione il 23 marzo e proiezioni ai cinema Capranica e Archimede) e si sposterŕ, in seguito, a Bergamo. La rassegna si compuntili cinque film inediti in Italia e cinque film a carattere informativo, giŕ presenti in varie manifestazioni cinemato-grafiche internazionali e rappresentativi del lavoro di alcuni dc; cineasti piů interessanti di quel paese.

Tra questi La foresta degli impiccati, del 1964, di Liviu Ciulei, un «classico del cinema romeno», secondo quanto so» sticrěc il curatore del catalogo della rassegna Giacomo Gam* beni, che tratta vicende della prima guerra mondiale con intenti chiaramente metaforici, onde far luce «sulle responsabilitŕ del mondo contemporaneo*. O anche Maria Mirabella, del 1981, fiaba die mescola cartoni animati ed attori e che porta la firma di quel Ion Popescu-Gopo che resta il nome piů celebre, almeno intemazionalmente, del cinema romeno, fondatore del primo studio dţanimazione nazionale e autore di un recupero delle tradizioni folcloriche del suo paese attraverso il disegno.
Tra gli inediti potremmo citare, invece, La prova del microfono, del 1980, di Mircca Daneliuc (personaggio di maggior spicco della delegazione romena, giunta a Roma, e autore anche di un altro film in rassegna: Adizione speciale), unţopera che piende in considerazione la «prova morale* che sempre avviene davanti a un microfono, narrando, «la storia di alcune persone che registrano le proprie sconfitte e le proprie vittorie»; o Fra specchi paralleli, del 1978, di Mircca Veroiu, ambientato nel 1915 e definito dallo stesso autore «un film meditazione sulla sorte dellţin-teilcUualc torturato dai problemi fondamentali dellţesistenza».

Lo spettatore curioso va avvertito, prima di iniziare il percorso, che il paesaggio del cinema romeno, come del resto quelli di tutte le altre cinematografie socialiste, č assai diverso dal nostro e che quindi non vanno usati per osservarlo gli stessi criteri di giudizio e neppure gli stessi parametri di raffronto soprattutto economici. Si tratta di un cinema totalmente finanziato dallo Stato, in cui i copioni vengono approvati da apposite commissioni e in cui gli attori e gli autori ricevono regolari stipendi mensili, raffronta adoli a quelli dei docenti universitari.
Non esistono quindi i fenomeni dei divismo e quelli dei super cachet. \V comunque un cinema che intende aprirsi allţesterno, cercar nuovi sbocchi di diffusione e nuove formule produttive, pruni fra tutte quella della coproduzione.

PEP.

 

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